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SENTIERO NATURALISTICO “VAL BORAGO”

SENTIERO NATURALISTICO “VAL BORAGO”

 

Valle incisa a forma di canyon con andamento prevalentemente nord-sud il cui nome “Borago” deriva molto probabilmente dal greco “botros” che significa forra. Corrisponde ad un ramo della biforcazione della valle di Avesa, parte dal cono basaltico del Monte Tondo , 705 s.l.m., e confluisce nella valle di Avesa all’altezza del Monte Spigolo, a quota 107 s.l.m. E’ a sua volta formata da una piccola Y valliva in cui si diparte il Vajo Sponda Grande, ramo orientale, e il Vajo delle Carbonare, ramo occidentale.
Nel fondo del vajo, umido e fresco, dove il sole penetra a fatica, si hanno fenomeni di inversione termica, e troviamo organismi vegetali mesofili con un sottobosco costituito da Edera (Hedera helix), Clematide vitalba (Clematis vitalba), ancora Rovo comune (Rubus ulmifolius) e Ruscolo pungitopo (Ruscus aculeatus), Falsa ortica (Lamium sp.), Polmonaria maggiore (Pulmonaria officinalis), felci quali Scolopendria comune (Phyllitis scolopendrium) e Polipodio comune (Polypodium vulgare), mentre la roccia umida può essere ricoperta da muschi e patine algali. Gli anfibi sono quasi esclusivamente legati al fondo del vajo per la presenza dello scorrimento idrico e di acque di risorgiva e si annoverano soprattutto il Tritone punteggiato (Tritura vulgaris), la Salamandra pezzata (Salamandra salamandra), Rospo comune (Bufo bufo) e la Rana agile (Rana dalmatina).

Partendo sempre dalla Loc. Al Santo si prosegue per un breve tratto sulla strada asfaltata che porta alla Trattoria “La Cola” deviando però a sinistra in via Borago da percorrere interamente. Oltrepassata la contrada Borago continuando sullo sterrato si devia nuovamente a sinistra e seguendo le indicazioni bianco/rosse, ci si trova nell’alveo del Progno Borago fino al grande salto (2 ore). Una scala metallica breve ma emozionante ci permette di “scavalcare” la cascata e seguendo le indicazioni si arriva a Montecchio in circa 30 minuti. Il periodo migliore per una bella ed avventurosa camminata nella giungla avesana è l’autunno dove si può incappare in qualche bel cespo di funghi Armillaria mellea (vedi foto) o la primavera. Meno consigliata l’estate in quanto l’ambiente umido favorisce l’habitat ideale per zanzare e tafani.

 

Armillaria mellea (chiodino)

L’esposta scala metallica in fondo alla valle

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